Dai cieli invisi agli dei scontrosi
nei tramonti sapidi di belle malinconie
quando veloci passi risuonano sul ciottolato
ecco dell’occaso le ali incrinano le vie
Con rostro ed artigli color dell’infinito
passa veloce questo figlio della fantasia
Simbad lo cavalco’, Sherazade lo canto’
nei tempi quando ancora si credeva alla magia
Cristina lingua verde, dalle ali da farfalla
lo invoca nelle notti dove si sente sola
guarda la luna , il mare si muove e stalla
e se lo vede sorride senza proferir parola
Debussiane emozioni coprono le piume, che
veleggiano enormi come pur’acciaio
E’ l’amico pilota che lo segue sicuro
sul suo biplano a strisce, come sedia a sdraio